Cercava di compiacere sua moglie nelle piccole cose, perché si era reso conto, dopo quasi vent’anni, di quante volte l’aveva delusa in quelle grandi.
Le aspettative su questo libro erano (sono?) enormi e se ne sono sentite di tutti i colori – “Sesso! Volgarità! Droga!” – al punto che mi sono pure arrabbiata con quelli di Vanity Fair per la quantità di spoiler inserita in un solo articolo.
Ho comprato questo libro solo perché di J. K. Rowling? Assolutamente sì; probabilmente l’avrei preso lo stesso, ma non subito come ho fatto. Però ho una fortuna: sono il genere di persona che un libro lo legge senza pregiudizi, io inizio e poi, come va, va. Con “Il seggio vacante” è andata bene, al punto che da metà in poi non sono più riuscita a metterlo giù.
Non aspettatevi mondi meravigliosi e stregonerie; se quello che cercate è, invece, un libro dove l’umanità, con il suo meglio e soprattutto il suo peggio, è descritta senza filtri o timore (della malvagità, delle reazioni dei lettori) allora siete nel posto giusto.
Sia chiaro: qui dentro non si salva nessuno. Non ci sono buoni o cattivi; ci sono personaggi più buoni o più cattivi, più o meno indolenti, più o meno sfortunati, ma nessuno viene risparmiato.
Ci sono davvero sesso, volgarità e droga? Sì, nel modo in cui sesso e volgarità possono fare parte della vita di tutti i giorni e sì, c’è anche la droga.
La sensazione che si ha è quella di un distacco, netto e voluto, dalla saga di Harry Potter, dove c’erano, sì, crudeltà e morte, ma sempre edulcorate e soprattutto con la consapevolezza che una speranza ci fosse sempre. Qui della speranza, non ce n’è nemmeno l’ombra. Quindi l’importante è non partire nella lettura con l’idea di trovare maghi e buoni sentimenti, perché, per il resto, la Rowling si rivela ancora una volta maestra nel raccontarci storie, nel coinvolgerci così brutalmente da lasciarci distrutti quando chiudiamo l’ultima pagina.
Sarà anche una storia già sentita, ma vi sfido a trovare qualcuno che sappia descrivere con tanta disinvoltura tutta la gamma dei sentimenti umani.